Nel caso RG n. 12503/23, deciso dal Tribunale di Venezia, è emersa una disputa familiare all’interno della Società Agricola XYZ. Un socio, figlio dei fondatori, ha avviato un’azione legale contro la propria esclusione dalla società e la mancata distribuzione degli utili.
Fatti della Controversia
Il socio in questione, che era parte della Società Agricola XYZ insieme ai genitori e ai fratelli, ha visto progressivamente ridurre la sua partecipazione negli utili. I dissapori familiari sono culminati con la riduzione della sua quota di partecipazione agli utili al 5%, nonostante avesse contribuito al capitale sociale per il 20%. Successivamente, sono state adottate modifiche statutarie che permettevano l’esclusione dei soci che non apportassero prestazioni lavorative abituali.
Nel 2022, la società ha deliberato di distribuire € 1.300.000 di utili accantonati dal 2017 al 2020. Tuttavia, la quota del socio è stata limitata al 5% a causa della modifica statutaria retroattiva.
Il socio ha impugnato l’ultima delibera dell’8 agosto 2023, che prevedeva nuovamente il mancato pagamento degli utili. Accusando la maggioranza di abuso di potere, ha sostenuto che la decisione metteva in difficoltà la sua situazione finanziaria.
Decisione del Tribunale
Il giudice ha rigettato le richieste del socio per due motivi principali:
- Legittimazione Attiva: Il socio era stato escluso dalla società con delibera del 21 agosto 2023. La perdita dello status di socio ha privato il ricorrente del diritto di impugnare le delibere sociali. Secondo la giurisprudenza (Cass. Civ. 26842/2008), per impugnare una delibera, è necessario che l’attore conservi lo status di socio al momento della decisione.
- Utili Non Distribuiti: Il diritto alla percezione degli utili, ai sensi dell’art. 2262 c.c., sorge con l’approvazione del rendiconto. Tuttavia, le modifiche statutarie permettevano alla maggioranza di accantonare gli utili. Le delibere contestate (relative al 2021 e 2022) sono risultate valide, poiché non impugnate nei termini.
Principio Giuridico Stabilito
Il Tribunale ha stabilito che un socio escluso perde la legittimazione ad agire contro le delibere sociali, a meno che la perdita dello status di socio non sia direttamente collegata alla delibera impugnata. Inoltre, il diritto agli utili non è assoluto e può essere soggetto a limitazioni previste dallo statuto o deliberate dalla maggioranza.
Conclusioni
Questo caso rappresenta un chiaro esempio di come, in situazioni di conflitto familiare all’interno di un’azienda, il potere della maggioranza possa essere usato per estromettere i soci minoritari, limitando il loro diritto alla percezione degli utili. È cruciale contestare tali decisioni tempestivamente e nel rispetto delle norme statutarie e di legge.
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Bibliografia
- Tribunale Ordinario di Venezia, R.G. n. 12503/23 del 12.1.2024